IQNA

Il sermone dell'Imam Sajjad (AS)

17:23 - October 18, 2016
Notizie ID: 3480912
Iqna - L’Imam Sajjad (colui che si prosterna) nacque il 15 di Jumad al-Thani dell’anno 38 dell’Egira e quindi durante il califfato dell’Imam ‘Ali (AS).

Il sermone dell'Imam Sajjad (AS)


Fu poi la volta di Alì Zein al-‘Abidin (as) {il nobile figlio di Husseyn (as) e quarto purissimo Imam}. Con un cenno chiese alla gente di fare silenzio; dopo aver lodato Iddio e inviato benedizioni a suo bisnonno Muhammad (S), disse: «O gente, voglio presentarmi a chi non mi conosce: io sono °Alì, figlio di Husseyn, figlio d’°Alì Ibn Abitalib (la pace sia su di loro); io sono il figlio di chi è stato offeso, depredato dei suoi beni, di colui la cui famiglia è stata fatta prigioniera. Io sono il figlio di chi è stato ingiustamente decapitato sulle sponde del fiume Eufrate, io sono il figlio di chi è stato ucciso con difficoltà e noi ci vantiamo di ciò.

O gente, vi scongiuro di confessare che siete stati voi a scrivere a mio padre, a ingannarlo e poi a ucciderlo quando vi è venuto incontro. Possa la rovina essere su di voi per quanto avete fatto! Non capite nulla! Con quale faccia incontrerete l’Inviato di Dio: pensate a quando vi dirà: "Avete ucciso i miei parenti e mi avete mancato di rispetto; voi non appartenete al mio popolo”». A questo punto i presenti iniziarono a piangere; i lamenti provenivano da ogni parte e alcuni dicevano ad altri: "Vi siete rovinati e non ve ne siete neanche accorti”. Il nobile Imam disse allora: "Che Iddio benedica chi accetta il mio consiglio e osserva il mio testamento in Dio, nel suo Inviato e nella famiglia del suo Inviato. In effetti, noi abbiamo nell’Inviato di Dio un buon esempio da seguire”.

A sentire queste parole un lume di speranza si accese nei cuori di quella gente. Gli promisero cosí ubbidienza e fedeltà, gli promisero di combattere contro i suoi nemici e fare amicizia con i suoi amici e di vendicarsi di Yazid; gli promisero che dal quel momento in poi avrebbero odiato chiunque avesse compiuto ingiustizia nei suoi confronti.

L’Imam (as), sconcertato, rispose: "Giammai, Giammai! O traditori, o impostori! Oltre all’inganno non esiste altra qualità in voi. Volete forse fare con me ciò che avete fatto con i miei padri? Giuro su Dio che non accetterò mai la vostra proposta, poiché le ferite che ha subito il mio cuore a causa dell’uccisione di mio padre e della sua famiglia non sono ancora guarite; non ho ancora dimenticato le sventure che colpirono l’Inviato di Dio, mio padre ed i miei fratelli, ho ancora un amaro ricordo di esse.

Queste disgrazie mi hanno stretto il petto e il cuore, il mio petto è ancora travagliato dalle pene che mi hanno procurato. Evitate di aiutarci e di farci guerra”. Recitò quindi i seguenti versi: "Non c’è da meravigliarsi se Husseyn è stato ucciso, poiché anche suo padre °Alì Ibn Abitàlib, che era migliore, che era piú nobile di lui, fu ucciso. O gente di Kufa non siate quindi felici per le disgrazie che hanno colpito Husseyn. In verità, egli fu colpito dalla maggiore delle disgrazie. Che io sia sacrificato per lui, che è stato ucciso sulla riva del fiume Eufrate. Certamente la punizione dei suoi assassini è il fuoco dell’Inferno”. Disse dunque: "Noi saremo interamente contenti di voi se vi asterrete dall’aiutarci e dal combatterci”.

da: "Alluhuf" di Seyyed Ibn Tawus

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